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Etichette, scanner e mobilità: il filo invisibile della tracciabilità

Se pensi che la tracciabilità si limiti ai codici a barre, ti stai perdendo il 70% dei vantaggi. Scopri come trasformare il magazzino in un sistema dinamico e senza errori.

Piccola legenda preliminare

ERP: Enterprise Resource Planning. In sostanza, è il programma dedicato alla gestione dell’azienda, più in particolare di pianificazione delle risorse aziendali (Resource Planning). Non consente solo di amministrare le risorse, ma anche e soprattutto i processi aziendali sia nel loro insieme che nel dettaglio.

WMS: Warehouse Management System. E’ un software di gestione magazzino che ottimizza le operazioni all’interno di un magazzino o deposito. Aiuta le aziende a controllare il movimento e lo stoccaggio delle merci e gestisce il flusso di merci dalla ricezione alla spedizione, inclusa la gestione delle scorte, inventari e la preparazione degli ordini.

PDA: Personal Digital Assistant. Computer palmare (detto anche palmare) di dimensioni contenute, tali da essere portato sul palmo di una mano (da cui il nome), dotato di un touch screen.

Una storia che si legge tra le righe di un barcode

Scenario fin troppo frequente: un pallet dimenticato in un angolo del magazzino. Non c’è etichetta, nessuno ricorda cosa contiene, quando è arrivato o dove dovrebbe andare. È solo un ammasso di prodotti che pesa sulla produzione e sul valore dell’inventario.

Questa situazione non è pura fantasia: succede ogni giorno, in tante PMI manifatturiere.
La tracciabilità di magazzino serve esattamente a evitare queste zone d’ombra. Ma per farlo, occorre ben più che “attaccare un’etichetta”: serve costruire una rete di informazioni, fisica e digitale, che segua ogni movimento della merce — e che sia utilizzabile in tempo reale.

Percorriamo questo filo logico: dall’etichettatura iniziale, cuore della tracciabilità, fino agli strumenti mobili che consentono agli operatori di portare il magazzino “in tasca”.

Perché la tracciabilità non è (solo) un obbligo

In molte realtà produttive, tracciare i materiali è vissuto come un vincolo burocratico o una necessità richiesta dal cliente. Ma a ben guardare, la tracciabilità intelligente è uno strumento operativo che:

  • Riduce il tempo perso nella ricerca dei materiali
  • Evita errori nei prelievi e nelle spedizioni
  • Consente un controllo più accurato delle scorte e della rotazione di magazzino
  • Supporta la rintracciabilità a valle (fondamentale in settori come l’alimentare o l’automotive)

E tutto parte da un gesto tanto semplice quanto fondamentale: l’etichettatura.

L’etichettatura: il primo mattone della tracciabilità

L’etichettatura efficace di un magazzino segue 3 regole chiave:

  1. Ogni movimento deve avere un codice/causale: ogni entrata, spostamento, uscita o trasformazione va codificata.
  2. Standardizzare le informazioni: chi legge un’etichetta deve sempre trovare gli stessi dati nello stesso ordine (es: codice articolo, descrizione, lotto, scadenza).
  3. Aggiornare i dati in tempo reale: etichette obsolete sono più dannose dell’assenza di etichette.

Come implementarlo concretamente

  • Stampanti barcode: preferire modelli robusti capaci di stampare grandi volumi, anche su materiali resistenti.
  • Software di gestione etichette: permettono di progettare template standardizzati e integrarli con l’ERP o il WMS. Ovviamente questi due ultimi devono integrare funzioni di stampa etichette.

Suggerimento pratico: crea un “protocollo etichettatura” interno: definisci layout, campi obbligatori, responsabili di stampa e posizionamento.

Tecnologie mobili: il magazzino diventa portatile

La vera svolta nella tracciabilità è arrivata con l’adozione di dispositivi mobili che consentono agli operatori di leggere, registrare e aggiornare dati direttamente sul campo.

I dispositivi principali sono:

  • Terminali portatili barcode (PDA): palmari Android ideali per ambienti industriali.
  • Tablet industriali: utili dove serve una schermata più ampia (es. gestione di pallet multipli o carichi complessi).
  • Scanner Bluetooth: piccoli, leggeri, associabili a smartphone o tablet per letture rapide senza bisogno di PDA dedicati. Sono la soluzione estrema se non si possono adottare le precedenti.

Quali software adottare?

  • App WMS native: soluzioni integrate con il proprio ERP (come Magnituudo Factory Websuite).
  • App custom: sviluppate su misura per integrare flussi aziendali particolari (es. picking su commessa, gestione kit produttivi).

La configurazione minima da adottare:

  • Terminale + App collegata in tempo reale al sistema centrale
  • Aggiornamento automatico delle movimentazioni stock
  • Sincronizzazione immediata delle ubicazioni materiali

Dal processo teorico al processo pratico: esempio operativo

Un esempio pratico di flusso di tracciabilità mobile:

  1. Ricevimento merci: l’operatore riceve il materiale, stampa un’etichetta dal terminale stesso, la applica immediatamente e registra l’ubicazione.
  2. Stoccaggio: il terminale guida l’operatore verso l’ubicazione corretta e aggiorna di conseguenza la mappa del magazzino.
  3. Prelievo per produzione o spedizione: scannerizzazione dell’etichetta, conferma della quantità prelevata.
  4. Inventario dinamico: cicli di inventario continui con dispositivi mobili, senza bloccare l’attività.

Ogni passaggio genera dati tracciabili, storicizzati, immediatamente disponibili per analisi e controlli qualità.

Errori da evitare nella tracciabilità mobile

Per esperienza diretta, ecco alcuni errori comuni che si pagano cari:

  • Sottovalutare la formazione degli operatori: anche il miglior sistema diventa inutile senza una formazione adeguata.
  • Non gestire bene la connettività: un Wi-Fi instabile può paralizzare il lavoro. Serve una copertura completa e stabile.
  • Non integrare bene il mobile con l’ERP/WMS: soluzioni “a metà” (dati aggiornati solo a fine giornata) rischiano di creare disallineamenti fatali.
  • Etichettatura inefficace: Codici illeggibili, posizionamento inconsistente, materiali non adatti all’ambiente.
  • Scelta sbagliata dei dispositivi: Terminali fragili, batterie insufficienti, software incompatibili.

Consigli pratici per adottare la tracciabilità mobile

Se stai pensando di introdurre o migliorare la tracciabilità in magazzino:

  • Parti da un’analisi dei flussi: mappa ingressi, stoccaggi, uscite.
  • Definisci standard chiari per etichette e movimentazioni.
  • Scegli dispositivi mobili adatti al tuo ambiente.
  • Collega sempre i terminali all’ERP/WMS per evitare input manuali.
  • Forma bene il personale, con procedure semplici e ripetibili.
  • Monitora e correggi periodicamente il sistema: la tracciabilità non è mai “una volta per tutte”.

Investire in una tracciabilità strutturata non significa solo “sapere dove sono i materiali”, ma creare un’infrastruttura agile, capace di sostenere crescita, controllo e affidabilità quotidiana.
Costruisci la tua rete invisibile oggi, prima che il prossimo pallet dimenticato racconti una storia diversa.

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