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Il Blog dell'Efficienza

Obiettivi SMART: talvolta devono essere duttili e fluttuanti

24/12/2018

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​Raramente mettiamo in dubbio la necessità di fissare obiettivi e il noto acronimo SMART ci insegna che i buoni obiettivi devono essere:
​
  • Specific (Specifici)
  • Measurable (Misurabili)
  • Achievable (Raggiungibili)
  • Realistic (Realistici)
  • Time-constrained (Con una data limite)

Nessuno di questi attributi, però, dice nulla sul contesto in cui stiamo fissando gli obiettivi. Per questa ragione, le aziende che li definiscono con metodi tradizionali possono indirizzare la loro attività nella direzione sbagliata. 

Oggi più che in passato è necessario fissare gli obiettivi dell'Impresa in relazione al sistema competitivo.

Perché abbiamo bisogno di obiettivi

Ogni azienda ha bisogno di obiettivi perché
permettono di sviluppare funzioni imprescindibili: ​​
 
  • coordinamento (per allineare le attività e gli sforzi)
 
  • focalizzazione (per garantire che le attività e i processi non diventino fini a se stessi)
 
  • taratura (per definire come meglio allocare i budget)
 
  • valutazione (per misurare i progressi)

In ambienti e mercati stabili e prevedibili, ha sicuramente senso fissare obiettivi specifici e misurabili. In ambienti più dinamici e incerti, invece, gli obiettivi SMART possono essere problematici. È difficile riuscire a definire -e raggiungere- obiettivi specifici quando la domanda, la tecnologia, i modelli di business e i concorrenti stessi sono in continua evoluzione.

In questi casi, le imprese hanno bisogno di obiettivi intermedi, flessibili, per incoraggiare la sperimentazione e l'apprendimento in situazioni che non si sono mai incontrate prima.

Un semplice paragone con il nostro cervello

Per comprendere come diversi tipi di obiettivi possono essere efficaci in diverse situazioni, è utile valutare come funziona il cervello umano in due diversi contesti.

Obiettivi irrealistici

Il cervello umano tende a sovrastimare le motivazioni al cambiamento. Questo errore porta spesso l'impresa a fissare obiettivi irrealistici che paiono "eccitanti", ma che non corrispondono all'imprevedibilità del tessuto nel quale opera.

Gli obiettivi dovrebbero essere ambiziosi, di ampio respiro e orientati verso l'esterno nella misura in cui un'impresa ha la forza di plasmare il proprio ambiente.

Situazioni sconosciute

In situazioni prevedibili, il cervello suddivide gli obiettivi in azioni conosciute che si sommano verso il risultato complessivo. Gli obiettivi SMART, per esempio elencando il dettaglio di un processo e il risultato atteso, ci aiutano a identificare le azioni giuste da compiere ed il loro giusto ordine. Sfruttiamo cioè la nostra concreta conoscenza della realtà per costruire un piano efficiente.

Come ci comportiamo invece in situazioni sconosciute? 

Il cervello usa le analogie per trovare elementi comuni di fondo tra ciò che è noto e ciò che è ignoto... Ecco che questo comportamento può facilitare l'esplorazione necessaria per trovare soluzioni in ambienti imprevedibili.

Non sempre, quindi, gli obiettivi SMART sono semplici da definire. 

Dovremmo pensare a questi in modo più circostanziato e calato nella realtà contingente, adeguandoli all'ambiente in cui opera l'azienda.

Gli obiettivi evolvono, se ci sono

Gli obiettivi possono dover cambiare nel tempo. Possiamo riassumere 3 macro cause scatenanti:

  • Cambiamento drastico del contesto in cui opera l'impresa
 
  • L'esperienza e la cultura che l'impresa matura portano ad una naturale modifica degli obiettivi
 
  • L'impresa cambia con lo sviluppo di innovazioni tecnologiche di grande impatto.

Ancora una volta, sarà necessaria una lettura attenta della realtà per modificare il punto di arrivo e il percorso, pena lo spreco di risorse verso il traguardo sbagliato.

In alcuni casi, invece, lo strumento migliore per ottenere risultati può essere... nessun obiettivo per tutti! 

Quando vogliamo esplorare, sperimentare e innovare, può essere meglio aggirare i vincoli senza lasciarsi guidare in percorsi prefissati e predefiniti.

"Giocare con gli schemi" è ciò che talvolta abbiamo proprio bisogno di fare nel mondo dell'impresa, per lasciare emergere combinazioni insolite di idee, processi e immagini. 

Soprattutto nelle prime fasi di sviluppo di nuove attività, è necessario competere sulla base dell'immaginazione; approcci e obiettivi troppo strutturati in questa fase possono rappresentare un ostacolo.

Definire gli obiettivi


Ecco alcuni suggerimenti di base per applicare un approccio concreto nella formulazione degli obiettivi dell'impresa:

  • Leggere e interpretare l'ambiente competitivo. Altrimenti i tipi di obiettivi fissati potrebbero essere sfasati rispetto al mercato. Si dovrà valutare la necessità di modificare di conseguenza la portata e/o le caratteristiche di tali obiettivi.
 
  • Se è richiesto un obiettivo "fluttuante", dinamico, usare un vocabolario ricco di analogie per guidare il processo di messa a fuoco.
 
  • Considerare l'essenza ultima di ciò che l'azienda sta cercando di realizzare.
 
  • Chiedersi in quale altro settore si ritrova questa idea di fondo.
 
  • Formulare un obiettivo basato su questa idea - che rappresenta il filo conduttore che può collegare più esperienze analoghe.
 
  • Analizzare costantemente il cambiamento del rapporto tra gli obiettivi dell'azienda e la propria cultura, il proprio percorso di maturazione. Valutare subito le tensioni che potrebbero indurre a rivedere gli obiettivi.

Gli ambienti competitivi vanno differenziandosi sempre più e richiedono una capacità di lettura della realtà non comune per la definizione degli obiettivi delle aziende. 

***

Adottando un approccio contestualizzato e costantemente calato nel proprio mercato, le imprese possono attrezzarsi meglio per adattarsi al cambiamento.

​
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Francesco Smorgoni

Fondatore Puntoexe

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