Creare una visione a lungo termine dell’attività della nostra Impresa può rappresentare davvero una battaglia.
Nel tentativo di pianificare un futuro che non possiamo prevedere chiaramente, cerchiamo naturalmente di ridurre l'incertezza e il rischio. La pura pianificazione, però, può indurci a contrastare approcci più “creativi” che ci potrebbero aprire gli occhi verso nuove opportunità. Dovremmo imparare anche dall’incertezza; non intendo che sia da ricercare, ma che dovremmo… sfruttarla. Pensare in modo diverso al futuro richiede apertura al mondo complesso e in rapido movimento che ci si prospetta ogni giorno, la capacità di anticipare situazioni inattese e la volontà -consapevole- di rivalutare costantemente le nostre convinzioni e ipotesi di base. Pensare al futuro della nostra Impresa in questo modo richiede almeno 3 attitudini:
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Killer della complessità. Bellissimo, no?
Con un’autocitazione non elegante ma pratica, estraggo una frase dalla presentazione “da stretta di mano” che usiamo quando raccontiamo che ci occupiamo di semplificare le attività dell’Impresa con il MetodoPuntoexe: “Si tratta del primo metodo made in Italy di miglioramento dell'organizzazione delle PMI che aiuta a semplificare ogni attività dell’Impresa". Non bastasse, ho letto recentemente in LinkedIn la headline di un completo sconosciuto che mi ha colpito: "Adoro la bellezza della semplificazione". Ecco. Semplificare la complessità è qualcosa che credo dovremmo abbracciare in ogni attività. C'è invece una tendenza, al lavoro ma non solo, a fare il contrario ... approfondire i dettagli più infimi, le specifiche tecniche, le tempistiche secondo per secondo. Dobbiamo certamente trovare un posto per i dettagli, specialmente per coloro che svolgono alcune attività in prima linea, a contatto con il cliente. Ma i dettagli potrebbero non essere necessari in ogni comunicazione e ogni conversazione. Perché preoccuparci di tutto questo? “Nei campi della gestione strategica, della strategia di marketing e della strategia aziendale, la strategia digitale è il processo durante il quale si definiscono la vision, gli obiettivi, le opportunità e le iniziative dell'azienda per massimizzare i benefici economici derivanti dall'uso delle tecnologie digitali all'interno dell’organizzazione”.
(https://it.wikipedia.org/wiki/Strategia_digitale) La maggior parte delle strategie digitali non riflette il modo in cui il digitale sta cambiando i fondamenti economici, le dinamiche di ogni settore o il significato profondo del competere. La situazione La potenza di calcolo del nostro telefono è diverse migliaia di volte superiore a quella dei computer che hanno fatto sbarcare un uomo sulla luna nel 1969. Questi dispositivi collegano la maggior parte della popolazione umana e hanno solo una dozzina di anni anni. In questo breve periodo, gli smartphone si sono intrecciati alle nostre vite nei modi più disparati ed inverosimili. Mentre siamo fuori casa, possiamo leggere la nostra e-mail, connetterci con gli amici, verificare se abbiamo abbassato il termostato, controllare il saldo del conto corrente e verificare la lista della spesa al supermercato. Ovviamente, possiamo creare e aggiornare in continuo la galleria di foto delle vacanze e condividerla con il globo terracqueo. Al lavoro l'abbraccio del digitale è molto meno completo. Mentre guardiamo questo piccolo dispositivo con tutti i cambiamenti digitali ed il potenziale rivoluzionario che lo accompagna… sentiamo il bisogno di inviare un messaggio Whatsapp ai colleghi per ricordare il prossimo appuntamento. Molti pensano che queste “attività digitali” (sic) rappresentino una strategia digitale. Non è così; nel futuro l’impatto con il mondo digitale dovrà essere decisamente diverso. Un numero sorprendentemente elevato di Imprese sottovaluta il crescente slancio della digitalizzazione, i cambiamenti comportamentali e la tecnologia che li guida e, forse, soprattutto, l'entità della perturbazione che si sta scatenando. Perché stanno fallendo così tante strategie digitali? La risposta ha a che fare con la forza dirompente che il digitale ha assunto e la sua incompatibilità con i tradizionali modelli strategici ed operativi. Scomponiamo e analizziamo 5 rischi particolarmente problematici quando si devono definire le proprie strategie digitali: La concorrenza per fare riconoscere e distinguere il nostro marchio è feroce.
Non ultimi, i nativi digitali utilizzano approcci tecnologicamente avanzati e diretti al consumatore con una facilità di accesso senza precedenti; stanno intessendo storie di marchi avvincenti alla velocità della luce sui social. E i rivenditori/distributori tradizionali si dibattono in una lotta per differenziarsi non solo dai concorrenti digitali, ma dai loro colleghi, in un panorama tra l’altro iper-saturo di punti vendita. L’incapacità di connettersi con i clienti rappresenta una grande parte del problema per le aziende che si trovano perse nel mare dell’omogeneità (bella definizione, vero?). Per concretizzare una strategia di marca centrata sul cliente, dobbiamo innanzitutto costruire una base di eccellenza operativa. Dovremo essere eccezionali in termini organizzativi, poi passare alla cura dell'offerta di prodotti/servizi ed all’esperienza d’uso. E’ necessario costituire una piattaforma organizzativa da cui possiamo rinvigorire e mantenere il coinvolgimento dei clienti. Trasformare la nostra strategia e le nostre attività per differenziare il nostro marchio potrebbe sembrare uno sforzo immane, ma facendo un passo alla volta e lasciando che il cliente comprenda la focalizzazione dei nostri sforzi, eviteremo di essere… poco differenti. La piattaforma Il primo passo per diventare “più differenziati” è volgere uno sguardo onesto alle nostre attuali prestazioni strategiche e operative. La nostra azienda probabilmente rientra in uno di questi 4 gruppi: Pur se la crescita strutturale è cruciale per la sopravvivenza di un’azienda, molti Imprenditori ne sottovalutano il valore.
Cercare e valutare sistematicamente nuove opportunità di crescita non è un’attività così comune. Le ragioni principali sono legate alla focalizzazione sugli strumenti di riduzione dei costi ed alla difficoltà a superare la quotidianità, la pressione a breve termine. Le Imprese che crescono, nella norma possono:
Non tutte le Imprese che crescono seguono questi dettami: Semplificazione N. 1 Creare nuovi prodotti, servizi -e Aziende- è il modo migliore per crescere. È facile per ognuno di noi farsi prendere dall’entusiasmo per il lancio di un nuovo prodotto o servizio. E’ altrettanto allettante per le Aziende concentrarsi solo sullo sviluppo di nuovi prodotti o modelli di business per crescere organicamente (il “Creare” del paragrafo precedente). Ma potremo seguire un approccio diverso. Potremmo valutare di orientare i nostri sforzi per crescere principalmente attraverso le altre 2 logiche (“Investire” e “Eccellere”). Dovremmo valutare la riallocazione delle risorse verso le attività che offrono maggiore profitto(“Investire”), anche tendenzialmente. Non è necessario che si tratti di attività consolidate. Porsi in ascolto -attivo- verso nuove opportunità deve rappresentare una nostra priorità strategica. Ci troveremo inoltre in una posizione migliore per consolidare la crescita quando saremo in grado di sviluppare un ampio ventaglio di capacità fra loro complementari (“Eccellere”). La creazione di una serie di skills che si rafforzino a vicenda funge da carburante per scelte più consapevoli. E le scelte che operiamo mettendo in comune esperienze ed errori sono il miglior viatico per crescere organicamente. Possiamo utilizzare la tecnologia per sviluppare le idee imprenditoriali (e non) e trasformarle in azioni?
Per prima cosa sgombriamo il campo da un potenziale malinteso e intendiamoci su una definizione condivisa: Tecnologia: “Vasto settore di ricerca che ha come oggetto l’applicazione e l’uso degli strumenti tecnici in senso lato, ossia di tutto ciò (ivi comprese le conoscenze matematiche, informatiche, scientifiche) che può essere applicato alla soluzione di problemi pratici, all’ottimizzazione delle procedure, alla presa di decisioni, alla scelta di strategie finalizzate a determinati obiettivi”. (http://www.treccani.it/vocabolario/tecnologia/) Ecco allora che scegliere di usare una certa tecnologia intenzionalmente potrà aiutarci per esempio a creare il tempo e lo spazio per -pensare-. Ancora, spegnendo di proposito il flusso delle informazioni grazie ad una tecnologia (organizzativa, non informatica o robotica!!) saremo in grado di elaborare e sviluppare le nostre idee. Talvolta quelle idee si trasformano in… articoli, come questo. Talvolta diventano un nuovo prodotto o un nuovo modo di proporre un vecchio prodotto. Cioè “del perché le Aziende di maggior successo si pongono obiettivi ambiziosi a lungo termine e del perché anche noi dovremmo farlo” :)
"La maggior parte delle persone sopravvaluta ciò che può fare in un anno e sottostima ciò che può fare in 10 anni.” (Cit.) Che cos'è un Traguardo Cruciale?Per dirla semplicemente, un Traguardo Cruciale è un obiettivo a lungo termine, guidato dai valori e dallo scopo fondamentali della nostra Azienda. Ma è più di un semplice obiettivo. Stiamo parlando di una sfida audace, ambiziosa, completamente fuori dagli schemi tanto da -sembrare- impossibile da raggiungere. Ambizione ed aspirazioni che devono però essere collegate alla strategia di base della nostra Impresa, per evitare sparate generiche senza collegamenti con la realtà o elenchi di numeri casuali (o banali). Perché il Traguardo Cruciale è fondamentale per la nostra attività Con logica controintuitiva, una delle caratteristiche alla base del Traguardo Cruciale è che ci costringe talvolta a pensare troppo in piccolo. Ironia della sorte, stabilire un obiettivo a lungo termine che sia di ispirazione ed audace, crea anche un senso di urgenza. Ma possiamo cogliere il meglio anche da questa condizione. Se il nostro Traguardo Cruciale è davvero ambizioso, potremmo essere spinti a credere che non verrà mai realizzato in un’azienda… mediocre. Ed a nessuno piace la mediocrità. “Manager”. Nel mondo degli affari, è un ruolo pensato per avere un peso importante.
Il problema è che non descrive in modo accurato cosa fanno le persone in quel ruolo, né evidenzia le qualità cruciali per -potenziare- e supervisionare una squadra. Procediamo per gradi. Esistono due definizioni principali della parola “gestire”, alla radice delle funzioni del manager. La prima definizione ruota intorno all’essere responsabile di un'azienda, un'organizzazione o un'impresa. L'altra riguarda il riuscire a dosare e ripartire le forze o le risorse. Non è interessante che una abbia un tema apparentemente positivo mentre l'altra riguarda semplicemente il “dosare”? Per molti dipendenti che lavorano sotto la guida di certi manager, purtroppo, la sensazione predominante è proprio quella di sopravvivere semplicemente all'esperienza di lavoro nelle condizioni create e controllate da quella persona. Probabilmente tutti conosciamo il detto "le persone abbandonano i dirigenti, non le aziende". Dobbiamo fare in modo che questa situazione non si concretizzi, nelle nostre Imprese. Gestire e guidare sono due cose diverse Senza entrare nel merito di altre questioni o approfondimenti, quale scenario sembra offrire risultati complessivi migliori: Una squadra che è gestita bene o una squadra che è guidata bene? In altro modo, vorremo lavorare con un grande manager o con un grande leader? Nella gerarchia del linguaggio aziendale e dell’organizzazione, il ruolo di un leader è spesso superiore a quello del manager. Ma cosa accadrebbe se il responsabile di una squadra, indipendentemente dalle sue dimensioni all'interno dell’Impresa, operasse come leader, piuttosto che come manager? Proviamo ad abbozzare un consuntivo (parziale, c’è ancora moltissima strada da fare!) di esperienze e lezioni apprese in tanti anni di lavoro?
Lungo la strada affrontiamo sfide ed errori ogni giorno. Questi tempi sono impegnativi ma offrono opportunità di apprendimento e crescita ineguagliabili. Cerchiamo allora di dettagliare gli sforzi per evitare di fare lo stesso errore due volte. L’elenco è lungo, ma buono :) 1. Stabilire presto un metodo Quando si avvia un’attività, spesso le decisioni sono assunte in modo relativamente estemporaneo. Colpa dell’entusiasmo. Quando il business si basa sulla disciplina della pianificazione e del metodo di lavoro arrivano le decisioni lungimiranti. Dobbiamo iniziare da subito con una solida base di metodo e procedure per fondare qualsiasi scelta su dati e valutazioni oggettive. 2. Concentrarsi sull'Azienda e non solo sul prodotto "La tua azienda dovrebbe essere il tuo miglior prodotto” è una citazione che adoro. La nostra Azienda non è fatta solo di prodotti. Sono le persone e i processi che la rendono una IMPRESA. Ogni mese/trimestre prendiamoci il tempo per concentrarci sull’Azienda: come stanno le nostre persone e i nostri processi? Cosa funziona, cosa non funziona e cosa possiamo migliorare? È importante investire tempo nella valutazione e nel miglioramento costante di persone e processi. Tutto il resto va a posto da sé :) 3. Non rallentare il proprio sviluppo personale Per sviluppare la nostra Impresa, dobbiamo imparare e crescere costantemente. Se si desidera aumentare il tasso di crescita… è fondamentale La maggior parte dei consigli sulla gestione del tempo si concentra su singole e specifiche azioni e funzioni.
Lo sappiamo perfettamente: riafferma il controllo sulla tua e-mail, sii molto più selettivo sulle riunioni cui partecipi, non usare programmi di instant messaging e così via. Sono raccomandazioni utili, ma le nostre migliori intenzioni sono molto frequentemente sopraffatte dalle esigenze e dalle pratiche del quotidiano. La maggior parte delle nostre aziende ha procedure, anche elaborate, per definire la gestione del denaro. Deleghiamo autorità con attenzione, prescrivendo limiti di spesa per ogni livello. Il tempo dell’Impresa, al contrario, rimane in gran parte una risorsa non gestita. Sebbene telefonate, e-mail, riunioni ed ora anche le conference call consumino ore di ogni benedetto giorno, le aziende definiscono poche regole per governare queste interazioni. Soprattutto, la maggior parte le nostre aziende non ha una chiara percezione di come spendono il loro tempo i collaboratori, ad ogni livello della scala gerarchica. Non ci sorprenderà allora che quel tempo sia spesso sprecato. E se adottassimo un approccio completamente diverso? Se trattassimo il tempo come una risorsa scarsa da investire con prudenza? Probabilmente tutti sappiamo che: |
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Luglio 2020
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