Nel nostro lavoro osserviamo spesso un'errata applicazione delle misurazioni delle performance; queste rilevazioni non contribuiscono sempre al raggiungimento dei risultati aziendali.
Ho scritto molto sulle misurazioni delle prestazioni delle Imprese, dei sistemi e dei processi aziendali. Proviamo allora a partire da zero, senza le incrostazioni delle abitudini e delle metriche cui ci siamo assuefatti. Introduciamo la misurazione del lavoro a livello di processo. Gli stessi principi di base si applicheranno al sistema azienda e ai livelli intermedi. Cosa considerare quando si misura un processo Quando affrontiamo la misurazione delle prestazioni del nostro lavoro, possiamo iniziare pensando per prima cosa al modello SIPOC (Fornitore-Input-Processo-Output-Cliente -vedi https://it.wikipedia.org/wiki/SIPOC). Logicamente esiste un numero limitato di caratteristiche del processo che possono essere misurate. La scelta di queste misurazioni dovrebbe essere guidata dallo scopo del processo all'interno del sistema-azienda generale. Potremo creare dei modelli di misurazioni da applicare indipendentemente dal tipo di processo, sia esso manifatturiero, amministrativo, logistico, commerciale o… intellettuale. In queste diverse attività, le priorità di processo saranno probabilmente diverse. Avremo quindi la possibilità di selezionare le migliori metriche per favorire il miglioramento delle prestazioni del processo. E dell’Azienda. 9 misure, un processo
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“L'espressione brainstorming, o brain storming, in italiano “raccolta di idee”, (letteralmente "assalto mentale", o "tempesta di cervelli") è una tecnica creativa di gruppo per far emergere idee volte alla risoluzione di un problema. Deriva direttamente dal metodo delle Quaestiones disputatae delle Università medievali”.
https://it.wikipedia.org/wiki/Brainstorming Possiamo essere certi che tutte le grandi idee sono passate da concetti ed approcci diversi prima che le persone le considerassero originali o addirittura rivoluzionarie. Questo ci dovrebbe aiutare a demistificare la visione secondo cui i geni hanno periodicamente immani lampi creativi e, subito dopo, concepiscono un’idea e la applicano magicamente. A noi piace la concretezza, piace ragionare con i piedi per terra e per tentativi. Cosa meglio del processo di brainstorming, allora? Cosa meglio dell’ annotare le idee più diverse e scremarle fino a quando non si ottiene un risultato soddisfacente, in conformità ai nostri obiettivi? Ovviamente questo vale soprattutto nel nostro ambiente di lavoro. Se investiremo del tempo in diverse tecniche di brainstorming, per esempio, ci renderemo conto di potere esplorare idee che sembravano inapplicabili, ma che potrebbero sorprenderci con la loro efficacia quando elaborate e “messe a terra” in gruppo. È possibile utilizzare tecniche diverse per le situazioni più diverse. Dalla identificazione del nome di un prodotto (o di una nuova Azienda), al modo migliore per modellare un processo o un flusso di informazioni, fino alla definizione di strategie e tattiche commerciali. Che cos’è il brainstorming? “Nei campi della gestione strategica, della strategia di marketing e della strategia aziendale, la strategia digitale è il processo durante il quale si definiscono la vision, gli obiettivi, le opportunità e le iniziative dell'azienda per massimizzare i benefici economici derivanti dall'uso delle tecnologie digitali all'interno dell’organizzazione”.
(https://it.wikipedia.org/wiki/Strategia_digitale) La maggior parte delle strategie digitali non riflette il modo in cui il digitale sta cambiando i fondamenti economici, le dinamiche di ogni settore o il significato profondo del competere. La situazione La potenza di calcolo del nostro telefono è diverse migliaia di volte superiore a quella dei computer che hanno fatto sbarcare un uomo sulla luna nel 1969. Questi dispositivi collegano la maggior parte della popolazione umana e hanno solo una dozzina di anni anni. In questo breve periodo, gli smartphone si sono intrecciati alle nostre vite nei modi più disparati ed inverosimili. Mentre siamo fuori casa, possiamo leggere la nostra e-mail, connetterci con gli amici, verificare se abbiamo abbassato il termostato, controllare il saldo del conto corrente e verificare la lista della spesa al supermercato. Ovviamente, possiamo creare e aggiornare in continuo la galleria di foto delle vacanze e condividerla con il globo terracqueo. Al lavoro l'abbraccio del digitale è molto meno completo. Mentre guardiamo questo piccolo dispositivo con tutti i cambiamenti digitali ed il potenziale rivoluzionario che lo accompagna… sentiamo il bisogno di inviare un messaggio Whatsapp ai colleghi per ricordare il prossimo appuntamento. Molti pensano che queste “attività digitali” (sic) rappresentino una strategia digitale. Non è così; nel futuro l’impatto con il mondo digitale dovrà essere decisamente diverso. Un numero sorprendentemente elevato di Imprese sottovaluta il crescente slancio della digitalizzazione, i cambiamenti comportamentali e la tecnologia che li guida e, forse, soprattutto, l'entità della perturbazione che si sta scatenando. Perché stanno fallendo così tante strategie digitali? La risposta ha a che fare con la forza dirompente che il digitale ha assunto e la sua incompatibilità con i tradizionali modelli strategici ed operativi. Scomponiamo e analizziamo 5 rischi particolarmente problematici quando si devono definire le proprie strategie digitali: La concorrenza per fare riconoscere e distinguere il nostro marchio è feroce.
Non ultimi, i nativi digitali utilizzano approcci tecnologicamente avanzati e diretti al consumatore con una facilità di accesso senza precedenti; stanno intessendo storie di marchi avvincenti alla velocità della luce sui social. E i rivenditori/distributori tradizionali si dibattono in una lotta per differenziarsi non solo dai concorrenti digitali, ma dai loro colleghi, in un panorama tra l’altro iper-saturo di punti vendita. L’incapacità di connettersi con i clienti rappresenta una grande parte del problema per le aziende che si trovano perse nel mare dell’omogeneità (bella definizione, vero?). Per concretizzare una strategia di marca centrata sul cliente, dobbiamo innanzitutto costruire una base di eccellenza operativa. Dovremo essere eccezionali in termini organizzativi, poi passare alla cura dell'offerta di prodotti/servizi ed all’esperienza d’uso. E’ necessario costituire una piattaforma organizzativa da cui possiamo rinvigorire e mantenere il coinvolgimento dei clienti. Trasformare la nostra strategia e le nostre attività per differenziare il nostro marchio potrebbe sembrare uno sforzo immane, ma facendo un passo alla volta e lasciando che il cliente comprenda la focalizzazione dei nostri sforzi, eviteremo di essere… poco differenti. La piattaforma Il primo passo per diventare “più differenziati” è volgere uno sguardo onesto alle nostre attuali prestazioni strategiche e operative. La nostra azienda probabilmente rientra in uno di questi 4 gruppi: |
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Luglio 2020
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